COMUNE DI DOZZA
Città d’Arte
Città metropolitana di Bologna
Via XX Settembre, 37 – 40050 DOZZA (Bo) Tel. 0542/678116-678351- 678382 Fax 0542/678270
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C.F. 01043000379 – P.IVA 00530311208
Prot. N. cfr segnatura di protocollo Dozza, li’ 04/05/2021
Al Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi
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Al Presidente Camera dei Deputati Roberto Fico
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Al Presidente Senato della Repubblica Maria Elisabetta
Alberti Casellati
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Al Ministro della Salute
Al Ministro della digitalizzazione
Al Presidente Anci – Dott. Decaro
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Al Presidente del Consiglio Nazionale - Dott. Bianco
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Alla Direttrice Nazionale Anci – Dott.ssa Nicotra
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Al Presidente Anci Regione Emilia-Romagna
Dott. Gnassi
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Alla Direttrice Anci Emilia-Romagna
Dott.ssa Ricciardi
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Agli Onorevoli e Senatori
della Circoscrizione di Bologna
Ai Capigruppo Camera dei Deputati
Ai Capigruppo Senato della Repubblica
OGGETTO: Presa di posizione del Comune di Dozza in merito all’ipotesi di aumento dei limiti di
legge fissati per le emissioni elettromagnetiche.
Gentilissimi,
Al momento in cui scrivo il Parlamento Italiano è chiamato a discutere un documento che propone di elevare i valori limite per i campi elettromagnetici da 6 V/m a 61V/m, con la motivazione che l’attuale soglia non è adeguata alla nuova tecnologia 5G, di cui peraltro non sono ancora stati acclarati i possibili effetti sulla salute.
Voglio portare alla Vostra attenzione la preoccupazione della mia comunità di fronte alla prospettiva che vengano così modificati i valori di cautela sui campi elettromagnetici che, comesta ampiamente dimostrando la ricerca scientifica, sono tra i più protettivi in Europa ma anche allineati a quelli di altri Paesi europei.
In Italia, infatti, il limite massimo di esposizione al campo elettrico a radiofrequenza (CEMRF) è di 20 Volt/metro (40 V/m per le onde centimetriche), ma si tratta di un limite valido per esposizioni brevi od occasionali, mentre il tetto di radiofrequenza (valore di attenzione) per il campo elettrico generato dalle radiofrequenze, per esposizioni all’interno di edifici adibiti a permanenza non inferiore a quattro ore giornaliere, è di 6 Volt/metro (DM 381/ 98 e DPCM8/7/2003).
Non ho alcun pregiudizio negativo sullo sviluppo della digitalizzazione per il nostro Paese, che è una esigenza ben avvertita anche nel nostro territorio, ancor più dopo che la pandemia ha messo in evidenza la necessità di adeguare e diffondere le reti informatiche anche per superare le disuguaglianze sociali del digital divide; ma il parere del 24 marzo u.s., espresso dalla IX Commissione Permanente della Camera, circa la proposta di adeguamento dei limiti di immissione elettromagnetica (Osservazione 15) a quelli vigenti nei Paesi Europei meno cautelativi in materia, di 61 V/m, suscita grande preoccupazione.
Il limite di 61 V/m non tiene conto delle numerose evidenze scientifiche che hanno ormai dimostrato la presenza di effetti biologici non termici anche molto gravi, fino a forme tumorali.
Va sottolineato, in proposito, che i livelli di riferimento di cui all’allegato III della Raccomandazione del Consiglio CE 1999/519/CE di 61 V/m, validi solo per gli effetti termici,
unici effetti considerati nella Raccomandazione, risultano 100 volte superiori a quelli italiani, quando confrontati con i nostri valori di attenzione.
Il livello di protezione dei 6 V/m in Italia è vigente da 23 anni. Asserire che i limiti italiani sono inferiori solo di tre volte a quelli europei, quando lo sono di 100 volte in termini di densità di mpotenza e 10 in termini di campo elettrico, è riduttivo e fuorviante rispetto alla reale entità del cambiamento e contrasta con il principio di non rilassamento del livello di tutela ambientale che gli Stati membri della UE si sono impegnati a rispettare con i Trattati. Qualora tale proposta venisse accolta nella normativa nazionale, non si potrebbe che ravvisarvi motivate criticità sul piano sanitario e ambientale.
Già nei primi anni 2000 erano stati avviati due studi di dimensione adeguata, uno negli USA dal National Toxicology Program del governo americano, l’altro dall’Istituto Ramazzini di Bologna, due dei più importanti laboratori di ricerca sugli inquinanti ambientali. Gli studi sui CEMRF dei due laboratori sono stati completati e i risultati sono stati pubblicati nel 2018.
I risultati di questi due studi sperimentali hanno indotto lo specifico gruppo di lavoro della IARC ad inserire la rivalutazione dei CEMRF in calendario come priorità per il periodo 2020-2024, e quindi a breve termine.
Non si comprende, quindi, la richiesta di innalzamento dei limiti di esposizione ai CEMRF in Italia, che ripeto essere tra i più cautelativi al mondo, che si accompagna al rilascio di nuove bande di frequenza per il servizio di telefonia, alcune utilizzate con il 5G: un innalzamento ritenuto da molti non necessario per lo sviluppo della tecnologia 5G ma certamente inopportuno, allo stato delle attuali conoscenze dei pericoli per la salute emersi da studi sperimentali ed epidemiologici sulle frequenze già in uso e l’incognita costituita da quelle che devono essere ancora rilasciate.
In rappresentanza dei cittadini che amministro Vi chiedo:
1. di coinvolgere tutti i Ministeri competenti, a partire da quello della Salute, nel processo di valutazione di eventuali innalzamenti dei limiti relativi alle radiazioni elettromagnetiche, per garantire un alto livello di protezione della salute e dell’ambiente, della popolazione, dei lavoratori e dei consumatori, coerentemente con l’impegno preso con i Trattati Europei;
2. di promuovere lo sviluppo sostenibile delle nuove tecnologie, ma garantendo il rispetto dei Principi di Precauzione e di Prevenzione nei confronti dei potenziali impatti sulla salute e sull’ambiente da inquinamento elettromagnetico;
3. di mantenere per i campi elettrici generati dalle radiofrequenze all’interno di edifici adibiti a permanenze non inferiori a quattro ore giornaliere, il valore di attenzione di 6 Volt/metro;
4. di riportare la misurazione del campo elettrico o della densità di potenza dell’onda elettromagnetica per i controlli dei Comuni e delle ARPA a medie sui 6 minuti invece che nelle 24 ore, come prevedeva la norma tecnica CEI 211-7;
5. di mantenere e favorire lo strumento del regolamento Comunale come forma di pianificazione territoriale e tutela sanitaria, in particolare per categorie particolarmente vulnerabili (Legge 36/2001 art.8 comma 6);
6. di finanziare ricerche indipendenti, epidemiologiche e sperimentali, sulle onde centimetriche del 5G a 26 GHz (non ancora studiate in maniera adeguata,) finalizzate ad approfondire i possibili impatti sulla salute.
Vorrei in conclusione sottolineare che, nella presente situazione, l’ipotesi di un rilassamento del livello di tutela della salute della popolazione, dei residenti e dei consumatori, nonché
dell’ambiente, con l’innalzamento dei livelli di esposizione ai CEMRF potrebbe generare effetti sanitari dannosi nonché sollevare motivate preoccupazioni nell’opinione pubblica.
Dunque, a mio avviso, non essendoci motivazioni tecnologiche, ma solo ed esclusivamente economiche degli operatori interessati, Vi chiedo di respingere ogni proposta di innalzamento dei limiti più volte esplicitata dalle imprese del settore.
Luca Albertazzi – Sindaco Comune di Dozza
(documento sottoscritto digitalmente)